Ichinen sanzen 

“Come una lanterna nell’oscurità
«È quello che indica il sutra con l’espressione “il vero aspetto di tutti i fenomeni”. Miao-lo afferma: “Il vero aspetto si manifesta invariabilmente in tutti i fenomeni e tutti i fenomeni si manifestano invariabilmente nei dieci fattori. I dieci fattori si manifestano invariabilmente nei dieci mondi e i dieci mondi si manifestano invariabilmente in ‘corpo e terra’”. Si afferma anche che il profondo principio del vero aspetto è la Legge originariamente inerente di Myoho-renge-kyo. Il Gran Maestro Dengyo scrisse: “Un singolo istante di vita che comprende i tremila regni è il Budda di gioia illimitata e questo Budda non assume augusti attributi”. Di conseguenza, questo Gohonzon deve essere chiamato il grande mandala mai conosciuto prima, poiché non è mai apparso nei duemiladuecentoventi anni dopo la morte del Budda» (RSND, 1, 738).

Il vero aspetto di tutti i fenomeni e il Gohonzon

In questo brano il Daishonin, per descrivere la condizione rappresentata dal Gohonzon nella quale tutti gli esseri dei dieci mondi illuminati da Nam-myoho-renge-kyo manifestano i nobili attributi che possiedono intrinsecamente, utilizza il concetto di “vero aspetto di tutti i fenomeni” contenuto nel capitolo Espedienti del Sutra del Loto e spiegato approfonditamente dai maestri cinesi T’ien-t’ai e Miao-lo.
Il presidente Ikeda descrive così questo concetto: «Il vero aspetto (jisso) di tutti i fenomeni (shoho) non significa che la realtà ultima è contenuta in tutti i fenomeni né presuppone l’esistenza di qualche essere che dall’esterno regola le manifestazioni dell’universo. Le filosofie occidentali e altre correnti di pensiero non buddiste hanno ricercato a lungo una verità o un’essenza oltre o dietro i fenomeni. Le religioni che riconoscono in un Dio assoluto il creatore del mondo sono un chiaro esempio di separazione della verità fondamentale da tutti i fenomeni reali. L’inevitabile risultato di questa separazione è stato l’insanabile distacco tra il creatore e le sue creature e il formarsi di strutture religiose che si attribuivano il ruolo di intermediari “autorizzati” tra Dio e gli esseri umani. Il punto di vista del Buddismo è completamente diverso: un buddista trova infatti la verità nella realtà stessa. Scopre la verità essenziale attraverso l’osservazione continua e accurata dell’essere umano e di ciò che lo circonda. […]


Tutte le manifestazioni naturali, il sole e la luna che sorgono e tramontano, il flusso e il riflusso delle maree, il piegarsi degli alberi al vento appaiono, agli occhi del Buddismo, come le funzioni di Myoho-renge-kyo. Il Sutra del Loto offre una chiara e profonda spiegazione di questo principio, mentre tutti i sutra precedenti si occupano esclusivamente dei fenomeni in se stessi, sottolineando soltanto la diversità tra un fenomeno e l’altro. Il Sutra del Loto va al di là delle differenze superficiali e rivela la Legge mistica presente, allo stesso modo, in tutte le cose. Questo è ciò che rende il Sutra del Loto perfetto, superiore agli insegnamenti provvisori.

Il principio di uguaglianza spiegato dal “vero aspetto di tutti i fenomeni” è un’espressione della grande e imparziale saggezza del Budda che riconosce in ogni persona, senza alcuna eccezione, il potenziale per raggiungere la Buddità. […] Per il Buddismo il vero aspetto di ogni cosa che esiste nell’universo è Myoho-renge-kyo. Dove le persone comuni non vedono che alberi scossi dal vento, il Budda percepisce il pulsare del ritmo mistico di Myoho-renge-kyo. I raggi del sole sono per lui un’armoniosa manifestazione della Legge mistica che nutre tutte le forme di vita sulla Terra. Possiamo dunque affermare che ogni aspetto della nostra vita si accorda con la Legge mistica e che noi viviamo sempre immersi nel suo ritmo. Limitarsi solo a capire questa realtà è comunque una comprensione ancora teorica. Chiunque non sappia come armonizzare la sua vita con la Legge mistica è paragonabile a chi, senza conoscere la legge di gravità, tenti di volare e cada. Costui rischia di passare da una sofferenza a un’altra, precipitando magari in una confusione sempre più grande.

Non è dunque di alcuna utilità comprendere la realtà di tutti i fenomeni solo dal punto di vista filosofico. Nichiren iscrisse la sua vita nel Gohonzon materializzando questo principio. In tal modo ha offerto a tutte le persone la concreta possibilità di realizzare una vita felice: non si tratta quindi di una semplice filosofia.

Il vero aspetto di tutti i fenomeni è una filosofia che considera tutti i fenomeni universali come le manifestazioni di Myoho-renge-kyo. Tuttavia, nel suo significato essenziale, essa riconosce nel Gohonzon tutti i fenomeni dell’universo. Nel Buddismo del Daishonin la realtà di tutti i fenomeni significa dunque il Gohonzon» (La vera entità della vita, Esperia, pp. 6-8).

Lo stato vitale del Budda e il principio di ichinen 

Il Daishonin inoltre, sempre in relazione al Gohonzon, cita la frase del Gran Maestro Dengyo che indica la condizione vitale illuminata: «Un singolo istante di vita che comprende i tremila regni è il Budda di gioia illimitata».

L’espressione «un singolo istante di vita che comprende i tremila regni» è il principio di ichinen sanzen e indica la Legge a cui si è risvegliato il Budda, mentre «Budda di gioia illimitata» è la condizione vitale di autentica felicità manifestata dal Budda che si è risvegliato a questa Legge e diventa un tutt’uno con essa. La saggezza che deriva da tale condizione vitale consente di comprendere quale sia la vera felicità per l’essere umano.

Il Gohonzon quindi oltre a concretizzare la Legge a cui si è illuminato il Daishonin ne riflette la condizione vitale illuminata: ciò significa che grazie alla fede nel Gohonzon tutti gli esseri umani possono manifestare nelle loro vite la sua stessa condizione vitale di felicità e saggezza.

Per comprendere la condizione vitale che abbiamo definito di “gioia illimitata” è necessario fare riferimento al principio di ichinen sanzen, tremila regni in un singolo istante di vita, che indica il vero aspetto dell’essenza della vita insito in tutte le manifestazioni dell’universo. È simile al concetto di “vero aspetto di tutti i fenomeni” ma presenta un diverso punto di vista sul funzionamento della Legge.

“Vero aspetto di tutti i fenomeni” sta a indicare che tutti i fenomeni (shoho) si manifestano sotto vari aspetti e non sono in alcun modo diversi dalla realtà fondamentale della vita (jisso). Ciò significa che le innumerevoli forme e gli aspetti dell’universo sono tutti manifestazioni di Myoho-renge-kyo. In altre parole “vero aspetto di tutti i fenomeni” esprime un punto di vista universale-oggettivo della realtà.

L’espressione ichinen sanzen, che ha il suo fulcro nella parola “ichinen” (istante di vita), indica la Legge dal punto di vista della persona che la incarna come condizione vitale. In questo caso si parte dal punto di vista della condizione vitale dell’essere umano. Pertanto ichinen sanzen è espressione della creazione di valore, cioè la manifestazione della condizione vitale libera e ricca della Buddità nella vita reale del singolo individuo.

“Budda di gioia illimitata” significa letteralmente “da sé riceve e utilizza”, e indica la condizione vitale del Budda che riceve l’immenso beneficio di ichinen sanzen, ne gioisce e lo apprezza.

Se si manifesta questa condizione vitale si riesce a rompere il limitato punto di vista della felicità basato sul proprio ego e si è in grado di manifestare la compassione di desiderare la propria e l’altrui felicità.

Il Budda che ha realizzato questa condizione vitale di essere un tutt’uno con la Legge viene definito il Budda dell'”unicità di persona e Legge”.

(Buddismo e società- 157 – marzo / aprile 2013 )

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